Quando i bambini si ammalano di diabete

L’obesità flagello per la salute

L’obesità, vero flagello per la salute in quanto ‘madre’ o elemento peggiorativo di tante malattie croniche, è considerata anche come il principale fattore di rischio per la comparsa di diabete negli adultiil cosiddetto diabete di tipo 2 – causato da una ridotta sensibilità all’insulina da parte dei tessuti.

Da qualche anno, negli Stati Uniti come in Europa, si sta osservando un numero sempre più importante di casi di diabete di tipo 2 nei bambini e negli adolescenti, che rimane per molti aspetti una malattia inedita e che merita quindi un’attenzione particolare.

Per questo gli esperti americani sono scesi in campo, per dettare le “istruzioni d’uso”, mettendo a punto linee guida pubblicate sulla rivista Pediatrics.

Le linee-guida sono state messe a punto dall’American Academy of Pediatrics in collaborazione con l’American Diabetes Association, laPediatric Endocrine Society, l’American Academy of Family Phisicians e l’Academy of Nutrition and Dietetics.

Fondamentale, oltre ai farmaci quando strettamente necessari, è correggere le errate abitudini alimentari e la sedentarietà, due fattori alla base di questa situazione.

Una nuova malattia

“Il diabete è una condizione che può interessare tutte le età della vita, dall’infanzia alla vecchiaia – afferma Stefano Del Prato, Presidente della SID (Società Italiana di Diabetologia).

Fino a qualche anno fa il diabete che insorgeva in età infanto-giovanile veniva considerato diverso dalla forma che insorgeva in età adulta. Il primo, noto come diabete tipo 1, è dovuto alla distruzione delle cellule che producono insulina, l’ormone che controlla i livelli dello zucchero nel sangue (glicemia).

La carenza di questo ormone impedisce all’organismo di generare l’energia di cui ha bisogno partendo dallo zucchero, e lo costringe a ricercarla utilizzando i grassi depositati nei nostri tessuti.

Quando questo processo diventa particolarmente grave, questi grassi formano corpi chetonici (tra i quali l’acetone) che se prodotti in quantità eccessive intossicano l’organismo e creano condizioni di emergenza (chetoacidosi).

Nell’adulto, invece, il diabete (diabete tipo 2) raramente si accompagna a formazione di corpi chetonici, perché la produzione dell’insulina non è quasi mai completamente assente, anche se fatica ad agire normalmente (insulino-resistenza).

Il diabete tipo 1 è sempre stato considerato un diabete che insorge in età infantile, in soggetti con normale peso corporeo e di solito si manifesta improvvisamente, a volte con il quadro drammatico della chetoacidosi.

Al contrario, il diabete tipo 2 era considerato una condizione che si sviluppava lentamente in soggetti adulti generalmente in sovrappeso con, in particolare, un eccesso di girovita e che poteva procedere, anche per lungo tempo, senza particolari sintomi al punto che frequentemente veniva riscontrato in occasione di abituali check-up.

Questa distinzione, piuttosto chiara, sta però via via scomparendo soprattutto perché il diabete tipo 2 diventa sempre più comune nelle età giovanili e addirittura in età pediatrica”.

Troppi rischi per i teen-agers

Il motivo di questa elevata frequenza del diabete di tipo 2, sia negli adulti che purtroppo anche nei più piccoli, è largamente dovuta allo stile di vita (poca attività fisica e dieta ipercalorica), con il conseguente aumento dell’obesità che rimane il principale fattore scatenante per la malattia.

Proprio le generazioni più giovani, a detta degli esperti della SID, stanno pagando lo scotto maggiore di questi cambiamenti di vita: attività sedentarie, televisione, computer, giochi elettronici e tutto ciò contribuisce a ridurre l’attività fisica dei nostri ragazzi.

A questo si unisce uno squilibrio a livello di nutrienti per uso eccessivo di bevande zuccherate, per prime colazioni saltate e per il troppo facile ricorso a merendine e spuntini vari, il tutto sostenuto da un massiccio battage pubblicitario.

Il risultato è che l’Italia ha conquistato la maglia nera dell’obesità in Europa: il 23% dei bambini, di età compresa tra gli 8 e 9 anni, è in sovrappeso e l’11% è obesa.

“Oggi si può calcolare che su ogni 10 bambini a cui viene diagnosticato il diabete, 2 hanno un diabete tipo 2 – condizione pressoché sconosciuta in questa età fino a qualche anno fa – precisa Del Prato. Questo fenomeno è destinato ad aumentare come purtroppo ci insegna l’esperienza americana.

In quel Paese il diabete tipo 2 è un problema talmente importante da avere reso necessario il tentativo di codificare il trattamento di questi bambini redigendo un’apposita linea guida”.

 

Fonte: Comunicato Stampa, Società Italiana di Diabetologia
Comitato scientifico: Fondazione Istituto Danone

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