Lo studio “Nutrage” portato a termine dai ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Padova ha puntato i riflettori sul rapporto tra anziani e cibo, mettendo in luce il fatto che chi è un po’ più in là con gli anni spesso mangia poco e male. Sono poche le calorie assunte ogni giorno rispetto alle raccomandazioni degli esperti, ma oltre alla quantità i problemi riguardano anche la qualità tanto che spesso si arriva a parlare di malnutrizione negli over 65, una condizione che aumenta del 25% le possibilità di ricovero in ospedale e anche i rischi di infezione (indebolendo il sistema immunitario) e di cadute o fratture dovute alla debolezza muscolare e ossea.
Di certo con il passare degli anni ci sono cambiamenti fisiologici dei quali è necessario tener conto quando si sceglie cosa mangiare: il fabbisogno di calorie si riduce sia perché diminuisce l’attività quotidiana, sia perché si riduce la massa magra (quella che brucia di più), aumentano invece i fabbisogni di alcuni micronutrienti, magari perché il corpo non è più in grado di assorbirli o sintetizzarli come un tempo. Adeguare i piatti che si portano in tavola ai cambiamenti fisiologici tipici dell’invecchiamento è l’unico modo per garantirsi il corretto apporto di tutto ciò di cui si ha bisogno.
Ma perché è così difficile mangiare bene quando gli anni passano? Le ragioni sono molte e non tutte sono di tipo fisico. I problemi di salute, che aumentano con l’aumentare delle primavere, sono tra le principali cause della cattiva alimentazione degli anziani: la demenza o problemi a denti e gengive possono per esempio diminuire l’appetito, il non perfetto funzionamento del senso del gusto e dell’olfatto – dovuto magari anche ai farmaci – può rendere complicato l’approccio al cibo. Inoltre ci possono essere restrizioni alimentari che impongono di ridurre il consumo di sale, grassi o proteine al fine di tenere sotto controllo patologie cardiovascolari o renali, ma rischiano a lungo andare di causare carenze di alcuni nutrienti.
E poi ci possono essere cause che non dipendono direttamente dalle condizioni di salute fisica. Se nel carrello della spesa degli anziani mancano il pesce, la carne o alimenti ricchi di micronutrienti ma più costosi, la ragione può essere il reddito limitato di chi può contare solo su una pensione non consistente. E che dire della solitudine? Per molti anziani che vivono da soli il momento del pasto potrebbe non essere altrettanto piacevole di quanto lo era un tempo e di conseguenza potrebbe venire meno la voglia di cucinare o di sedersi a tavola e gustarsi un buona pietanza, aumentando il rischio di consumare cibi pronti ricchi di calorie “negative” e poveri di nutrienti salutari.
Gli esperti statunitensi del Dipartimento dell’Agricoltura (USDA) e dell’Istituto Nazionale per l’Invecchiamento (National Institute on Aging) hanno stilato un elenco di 10 consigli nutrizionali per gli over 65. Perché se è vero che il rischio di mangiare male sale con gli anni è altrettanto vero che i “trucchi” per seguire una corretta alimentazione ci sono. E non è mai troppo tardi per impararli e metterli in pratica.
Board: Fondazione Istituto Danone
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