Anche se spesso si parla di osteoporosi come di un’unica malattia, esistono in realtà diverse tipologie di osteoporosi. La prima grande distinzione è tra patologia primaria e secondaria: quella primaria è la malattia legata alla post-menopausa tipica del sesso femminile, ma esiste anche la forma definita “senile”, legata cioè al passare degli anni, senza distinzione tra uomini e donne. L’osteoporosi secondaria è in un certo senso una conseguenza di altre patologie, condizioni cliniche particolari o uso cronico di determinati farmaci. Disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia nervosa o la bulimia possono per esempio avere un impatto molto negativo sulla salute delle ossa: le carenze nutrizionali che derivano da una dieta scarsa o comunque sbilanciata non permettono all’organismo di costruire ossa forti e mantenerle tali.
La situazione è tanto più grave quanto più precocemente nella vita si manifestano questi disturbi, dal momento che la massa ossea individuale deve essere costruita proprio durante l’infanzia e l’adolescenza. Anche le patologie tiroidee e paratiroidee possono influenzare il metabolismo del calcio e di conseguenza il rischio di osteoporosi. Infine, altre malattie hanno invece un effetto negativo sulla salute dell’osso perché costringono chi ne soffre ad assumere per lunghi periodi o anche per tutta la vita farmaci cortisonici: ne sono un esempio le malattie reumatoidi, alcune malattie croniche di tipo respiratorio o ematologico e anche i trapianti di organo.
Assieme ad altre malattie infiammatorie intestinali croniche come per esempio il morbo di Crohn o la colite ulcerosa, anche la celiachia rappresenta un fattore di rischio per la salute delle ossa a causa delle problematiche di malassorbimento intestinale che queste patologie portano con sé. In particolare la celiachia viene oggi riconosciuta come un’importante causa di osteoporosi anche in giovane età: l’alterazione della mucosa intestinale, le frequenti scariche di diarrea o il vomito contribuiscono infatti a ridurre l’assorbimento di nutrienti importanti per la salute delle ossa, primo tra tutti il calcio.
Ciò si può tradurre in un aumento del rischio di osteoporosi e di conseguenti fratture da fragilità nei pazienti celiaci, soprattutto se la malattia non viene diagnosticata tempestivamente. Come spiegano gli esperti della National Osteoporosis Society, infatti, ci sono dati che dimostrano come le persone affette da celiachia abbiano ossa più deboli pur seguendo una dieta rigorosamente senza glutine, in particolare quando la diagnosi arriva in età avanzata, in persone sottopeso o in donne in post-menopausa. La celiachia però può influenzare la salute delle ossa anche attraverso altre vie, diverse dal cattivo assorbimento del calcio.
Per esempio non bisogna dimenticare che anche l’eventuale assorbimento di vitamina D si riduce (anche se la fonte primaria della vitamina resta l’esposizione al sole). E non è tutto: la scarsità di calcio stimola la produzione di ormone paratiroideo che accelera il riassorbimento osseo, le persone celiache hanno una struttura più minuta e possono anche avere livelli di ormoni sessuali più bassi della norma, tutti fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio di osteoporosi. Una “cura” definitiva non c’è, ma la diagnosi precoce della celiachia e una dieta assolutamente priva di glutine sono fondamentali anche per prevenire i problemi alle ossa.
Le linee guida sulla prevenzione e la terapia dell’osteoporosi raccomandano in genere il consumo regolare di latte, latticini, formaggi per garantire un sufficiente apporto di calcio all’organismo. Poiché le persone intolleranti al lattosio non possono consumare alcuni di questi prodotti (latte, se non è delattosato, latticini e formaggi freschi, mentre possono consumare yogurt e formaggi stagionati) che sono indubbiamente la più ricca fonte di calcio alimentare, verrebbe da pensare che per loro il rischio di osteoporosi sia più elevato.
In realtà le ricerche oggi disponibili sul legame tra ruolo dell’intolleranza al lattosio e salute delle ossa hanno portato a risultati contrastanti e solo in alcune è emerso che le persone con intolleranza al lattosio hanno un rischio maggiore di avere bassa densità ossea. Una cosa è certa: le persone che soffrono di intolleranza al lattosio devono prestare particolare attenzione alla dieta per essere certe di garantire all’organismo la quantità di calcio necessaria per prevenire e/o rallentare l’osteoporosi. Per fortuna le alternative non mancano: acque minerali ricche in calcio, verdure a foglia verde, cibi e bevande fortificati con l’aggiunta di calcio, ma anche latte e latticini privi di lattosio, disponibili ormai in tutti i supermercati. E se ancora non fosse sufficiente, è possibile ricorrere anche a specifici integratori, sempre sotto la supervisione di un medico.
Fonti:
1. Lega Italiana Osteoporosi – Fattori di rischio per l’osteoporosi.
2. Ministero della salute – Linee guida per la prevenzione dell’osteoporosi.
3. National Osteoporosis Society – Coeliac disease and osteoporosis.
4. NIH – What People With Lactose Intolerance Need to Know About Osteoporosis.