A volte si punta sulle diete iperproteiche, convinti che pane pasta e altri cereali siano gli unici responsabili del senso di pesantezza (e dei chili di troppo), altre volte si decide di saltare i pasti o di accontentarsi di pranzare con un frutto o una barretta energetica per stare leggeri e non perdere troppo tempo. Se questi comportamenti si verificano solo di tanto in tanto, non rappresentano un problema per la salute. Il problema nasce però quando le abitudini alimentari scorrette sono protratte nel tempo.
Le diete ad alto contenuto proteico, per esempio, non sono in genere pericolose per una persona sana e permettono di sentirsi sazi aiutando anche a perdere peso, ma decidere di seguire questi regimi per lunghi periodi magari riducendo al minimo il consumo di grassi e carboidrati potrebbe avere un effetto negativo sull’organismo. Si rischia per esempio di andare incontro a carenza di fibre, una condizione che può causare stipsi, oppure di aumentare troppo il consumo di carne e formaggi aumentando di conseguenza anche il consumo di grassi e di sale. Anche per chi decide di saltare i pasti i rischi di incorrere in carenze di macro e micronutrienti sono in agguato. L’unico modo per garantire all’organismo tutto ciò di cui ha bisogno è scegliere un pasto equilibrato, né “iper-” né “ipo-” che contenga grosso modo tutti i macronutrienti nelle giuste proporzioni, anche se non deve necessariamente contenere tutti i nutrienti, la cui completezza si potrà raggiungere solo con l’intera alimentazione.
Troppo impegnati con il lavoro e nel tentativo di portare a termine al meglio tutti gli impegni previsti nella tabella di marcia quotidiana per pranzare oppure troppo stanchi dopo una giornata lavorativa per mettersi a preparare una cena salutare. I ritmi spesso frenetici della vita moderna possono in effetti lasciare poco tempo per pensare a ciò che si mangia, ma proprio questa tendenza a “mangiare ciò che capita” o a fare la spesa con la fame rischia di creare gravi problemi alla salute. Ecco perché gli esperti consigliano di programmare le proprie giornate non solo dal punto di vista degli impegni professionali e personali, ma anche da quello alimentare.
Se all’inizio della settimana si riesce a stabilire quante volte si mangerà a casa, quante fuori casa e, nel caso di pasti fuori, in quali occasioni (pausa pranzo al bar, ristorante, eccetera), sarà più semplice decidere in anticipo cosa mangiare nelle diverse situazioni e cosa consumare a casa per eventuali compensazioni. È un piccolo sforzo da compiere ma che aiuta a evitare la tentazione di consumare cibi pronti o pasti sbilanciati. Vale la pena anche “portarsi avanti” nella preparazione quando possibile, magari cuocendo i legumi o le verdure nel fine settimana, quando si ha più tempo, e conservandoli poi in frigo o nel congelatore per poter preparare velocemente una cena migliore.
Chi l’ha detto che mangiare fuori casa significa mangiare in modo poco salutare? Una pausa pranzo veloce al bar o in mensa, un pranzo o una cena di lavoro non sono certo scuse valide per giustificare un’alimentazione sbilanciata. Per chi mangia sul posto di lavoro una delle soluzioni più salutari è senza dubbio portarsi il pranzo da casa, preparando la sera prima un pasto bilanciato che permetta di arrivare a sera senza appesantirsi e senza soffrire la fame. Ma anche al bar o in mensa non mancano le possibilità di nutrirsi in modo corretto.
L’importante è scegliere bene dando la preferenza a insalate miste, verdure, primi piatti semplici come una pasta al pomodoro e secondi poco elaborati o conditi, come per esempio un pesce o una carne bianca cotti alla piastra. Attenzione poi ai condimenti: panna e creme a base di formaggi sono molto grasse e rischiano di appesantirci e rendere difficile il lavoro pomeridiano, mentre un filo d’olio (ma ne basta veramente poco) rappresenta una scelta sana e nutriente. Infine, ma certo non meno importante, bisogna sempre fare attenzione ai dessert e agli spuntini: sì a frutta fresca e secca o magari a uno yogurt, mentre è meglio evitare certi snack molto calorici, o quelli troppo ricchi in zucchero, grassi o sale presenti nei distributori automatici di tanti uffici.
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