Il sodio è indispensabile per il corretto funzionamento dell’organismo, ma se consumato in quantità troppo elevate può creare problemi e diventa responsabile dell’effetto negativo dell’eccesso di sale sulla salute. Eppure il Regolamento UE 1169/2011 entrato in vigore recentemente anche in Italia, prevede che l’etichetta riporti il contenuto di sale e non quello di sodio. A prima vista potrebbe sembrare un controsenso, ma in realtà c’è una ragione per questa scelta: la chiarezza per i consumatori. Come si legge infatti nel testo ufficiale “Poiché uno degli obiettivi del presente regolamento è di fornire al consumatore finale le basi per effettuare scelte consapevoli, è importante assicurare al riguardo che il consumatore finale comprenda facilmente le informazioni fornite sulle etichette. È quindi opportuno che l’etichetta rechi il termine «sale» invece del termine corrispondente della sostanza nutritiva «sodio»”.
Nella vita quotidiana infatti si parla di “un pizzico di sale” e non di “qualche milligrammo di sodio” e di alimenti “salati” piuttosto che di “ricchi di sodio”.
E inoltre non è poi così difficile risalire dal contenuto di sale riportato in etichetta a quello di sodio: basta dividere il numero per 2,5. Così, per esempio, un alimento che contiene 2 grammi di sale conterrà 0,8 grammi di sodio.
Leggere l’etichetta è fondamentale per tenere sotto controllo la quantità di sale (e di sodio) che si porta in tavola. Ecco quindi cosa significano in dettaglio alcune delle diciture che compaiono sulle confezioni dei prodotti alimentari riguardo al contenuto di sale, secondo quanto stabilito dal Regolamento CE n. 1924/06.
In teoria tutto bene, ma resta un problema non certo trascurabile nella vita quotidiana. Infatti, come ricordano gli esperti della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), il problema del calcolo della quantità di sale resta ancora importante per i prodotti che vengono venduti in porzioni al banco: per formaggi, affettati e pane acquistati con queste modalità è più difficile controllare quanto sodio o sale si porta a casa.
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Fondazione Istituto Danone
Fonti: – Regolamento (UE) n. 1169/2011. Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. 22.11.2011. – Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU). Etichettatura degli alimenti e sale. 2009. – Federalimentare. Indicazioni nutrizionali e sulla salute relative agli alimenti (reg. CE n. 1924/06), Linee Guida di Federalimentare. Revisione 4 giugno 2009.