È lo zucchero naturalmente contenuto nella frutta ed è il più dolce di tutti gli zuccheri naturali di uso comune, ma nonostante tutta questa sua dolcezza, se presente in quantità troppo elevate nella dieta quotidiana può creare problemi di salute importanti. Un eccesso di fruttosio, così si chiama questo zucchero semplice, è stato infatti associato allo sviluppo di diversi fattori di rischio metabolici come per esempio la resistenza all’insulina, l’ipertensione, livelli troppo elevati di trigliceridi e molto altro ancora.
In pratica esagerare con il fruttosio significa innescare tutta una serie di trasformazioni che interferiscono con il corretto funzionamento del metabolismo e, già in tempi piuttosto brevi, riescono a causare danni importanti alla salute. Un modo per contrastare questi effetti però esiste ed è alla portata di tutti: restare attivi. La buona notizia arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Medicine & Science in Sport & Exercise da un gruppo di ricercatori statunitensi guidati da Amy Bidwell, della Syracuse University, nel quale è stata valutata l’interazione tra una dieta ad alto livello di fruttosio e l’attività fisica quotidiana. “In sole due settimane, un’alimentazione troppo ricca di fruttosio porta a cambiamenti metabolici come l’aumento dei livelli di lipidi o d’infiammazione” spiegano gli autori che poi precisano: “Questi effetti negativi sono mitigati notevolmente da un’attività fisica di buon livello, quantificabile in circa 12.000 passi al giorno”.
Uno degli effetti negativi più noti di un’alimentazione troppo ricca di zucchero è l’aumento del rischio di diabete di tipo 2. “Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi che hanno dimostrato come l’attività fisica regolare sia in grado migliorare i livelli di glucosio nel sangue, (glicemia) aiutando così a prevenire o comunque a ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 2” spiegano gli esperti dell’American College of Sport Medicine che assieme ai colleghi della American Diabetes Association hanno pubblicato qualche anno fa un documento dedicato interamente al rapporto tra esercizio fisico e diabete di tipo 2.
Dalle pagine della rivista Diabetes Care, gli esperti d’oltreoceano fanno notare che nonostante il diabete di tipo 2 rappresenti una vera e propria emergenza sanitaria e nonostante le numerose conferme dell’utilità del movimento per prevenire e gestire la malattia, sono ancora molte le persone diabetiche che non aumentano e a volte nemmeno mantengono un buon livello di attività fisica. “L’obiettivo principale delle terapie per il diabete di tipo 2 è senza dubbio mantenere sotto controllo i livelli di zucchero e lipidi nel sangue e quelli di pressione arteriosa” dicono gli autori, spiegando che una dieta ad hoc e l’attività fisica sono le due colonne portanti nella prevenzione e nella gestione della malattia. “E se si devono utilizzare i farmaci, è importante ricordare che questi non possono in alcun modo sostituire alimentazione sana ed esercizio, ma al limite possono integrarli” concludono.
Ma come fa l’esercizio fisico a influenzare il metabolismo? I meccanismi in gioco sono molteplici e dipendono anche dalle caratteristiche del singolo individuo e dell’attività fisica scelta, nonché dai tempi e modi di svolgere tale attività. Innanzitutto, con l’attività fisica si modifica l’utilizzo del “carburante” di cui l’organismo ha bisogno per poter funzionare: durante l’attività fisica si utilizza un mix di glucosio (la forma di energia immediatamente disponibile), glicogeno (i depositi di zucchero nei muscoli e nel fegato) e anche le scorte di grasso presenti in altri tessuti. Il tutto seguendo un equilibrio fine che si modifica in base a durata e intensità dell’esercizio.
Un altro aspetto importante della regolazione dei livelli di glucosio grazie all’esercizio fisico si basa sull’insulina: semplificando all’eccesso si può dire che grazie al movimento si riesce ad utilizzare meglio l’insulina, superando almeno in parte quella resistenza insulinica tipica del diabete di tipo 2. E poi ci sono effetti sulla pressione arteriosa, sulla capacità del fegato di utilizzare lo zucchero e molto altro ancora. Quale attività fisica scegliere dunque per prevenire e gestire il diabete? Non c’è una risposta univoca, dipende dallo stadio della malattia, dalle complicanze e dal tempo che si dedica all’esercizio. Chiedere consiglio al proprio medico è sempre la soluzione migliore.
Fonti: 1. Bidwell AJ, et al. Med Sci Sports Exerc. 2014 Nov;46(11):2091-8 2 Colberg SR, et al. Diabetes Care 33:e147– e167, 2010.