Bambini, c’è davvero l’allergia?

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I dati di una ricerca svedese svelano che nei bambini in età scolare le allergie o le ipersensibilità a diversi alimenti riferite dai genitori o dagli stessi alunni sono molte di più di quelle realmente confermate dagli esami di laboratorio.

Le allergie alimentari nei bambini sono piuttosto comuni e possono rappresentare un importante rischio per la salute se non adeguatamente riconosciute e controllate. “Molti bimbi allergici nei primi mesi di vita a certi cibi ‘basilari’ come latte, frumento e uova spesso diventano tolleranti a questi alimenti prima di iniziare la scuola, ma continuano a evitare di assumerli fino agli 11-12 anni con il rischio di carenze nutrizionali” spiega Anna Winberg, che nella sua tesi di dottorato alla Università di Umea, in Svezia, ha affrontato il problema delle allergie alimentari in età scolare.

L’analisi ha coinvolto poco più di 2.500 bambini svedesi di 7-8 anni seguiti poi fino agli 11-12 anni per la ricerca di informazioni sulle vere e presunte allergie. E i risultati mostrano che, in linea generale, l’ipersensibilità ad alcuni alimenti riferita dai genitori nei bambini di 7-8 anni è piuttosto comune (21%) e la percentuale sale ulteriormente (26%) a 11-12 anni. “I nostri dati però mostrano che solo una piccola parte dei bambini che pensano di essere allergici a un alimento, e che per questo motivo evitano di assumerlo, ha veramente un’allergia” afferma la ricercatrice evidenziando che le allergie riportate dai genitori ai cibi base (latte, uova, soia, frumento, merluzzo, arachidi) sono 8 volte più alte di quelle davvero diagnosticate grazie a specifici esami. “Evitare di consumare un alimento perché si pensa di essere allergici potrebbe portare a gravi carenze nutrizionali nei bambini in età scolare. Ecco perché è fondamentale aggiornare le diagnosi di allergie per i propri figli” conclude Winberg.

Fonte: UMEA University 

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