Una dieta troppo ricca di sale – e quindi di sodio – è correlata a un aumento della pressione sanguigna, una delle principali cause di malattie cardiovascolari e ictus, ma anche il potassio ha un ruolo da non sottovalutare. “Oggi gli esperti sono più attenti al rapporto tra sodio e potassio consumati piuttosto che al solo livello di sodio” spiega Carla Gonçalves, della Università di Porto in Portogallo, prima autrice di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Food & Nutrition Research. Nella loro analisi, i ricercatori portoghesi hanno coinvolto 200 adolescenti di età media 14 anni per i quali sono state raccolte informazioni sul consumo di sodio e potassio attraverso un questionario e attraverso un esame delle urine.
E a conti fatti i ragazzi e le ragazze inclusi nello studio hanno mostrato di avere una dieta troppo ricca di sodio e troppo povera di potassio. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di non superare i 2 mg di sodio al giorno e di assumere almeno 3,5 mg di potassio, ma sembra che siano davvero pochi gli adolescenti che rispettano queste raccomandazioni” continuano gli autori. In particolare, il 9,8% dei ragazzi e il 22% delle ragazze rispetta i limiti fissati dall’OMS per il sale, mentre per il potassio va ancora peggio con percentuali che arrivano al 6,1% per i ragazzi e all’1,7% per le ragazze.
Ridurre il consumo di alimenti ricchi di sodio (pane, salumi, latte e derivati) e incrementare quelli ricchi di potassio (frutta e verdura in cima alla lista) potrebbe rappresentare una strategia efficace per riportare le concentrazioni dei due micronutrienti nei valori raccomandati.
Board: Fondazione Istituto Danone
Fonte: – Gonçalves C, et al. Food Nutr Res. 2016 Apr 11;60:29442. doi: 10.3402/fnr.v60.29442.