A tavola, quindi, non bisogna far mancare gli alimenti che più possono rappresentare una sorgente di calcio, come il latte e i suoi derivati. Consumandoli regolarmente, e addirittura aumentandone l’assunzione in base a piani ben definiti, si può agire favorevolmente in chiave di prevenzione delle fratture. A dirlo è una ricerca australiana, pubblicata su British Medical Journal.
La ricerca ha puntato l’attenzione su una vera e propria strategia alimentare preventiva per le fratture che offra un quantitativo elevato di calcio ed ha preso in esame gli ospiti di decine di residenze per anziani in Australia. Ben sessanta i centri considerati nell’analisi randomizzata: in metà di questi si è valutato un menù quotidiano che, attraverso un incremento dell’introito di latticini, arrivava ad offrire agli ospiti un grammo di calcio e 1,1 grammi di intake proteico per chilo di peso al giorno. Negli altri trenta centri sono stati invece proposti i pasti tradizionali. Sono stati oltre settemila i soggetti coinvolti nell’indagine, seguiti per due anni. L’età media era di 86 anni. Nel periodo di monitoraggio si sono osservate 324 fratture ossee, poco meno della metà a carico delle componenti dell’articolazione coxo-femorale, su un totale di oltre 4300 cadute. Poco meno di 2000 sono stati i decessi totali.
Secondo quanto riporta lo studio nei centri che hanno proposto un’alimentazione ad aumentato introito di latticini c’è stata una riduzione del rischio di frattura in generale pari dal 33%, che è salita ulteriormente per le fratture dell’anca (46 per cento di riduzione del rischio). Inoltre, l’aumento controllato del consumo di latticini ha consentito di ridurre, sia pure se in modo meno significativo, il rischio di cadute.