Sostituire i cereali raffinati con la versione integrale aiuta a controllare il peso e a ridurre i livelli di infiammazione, diminuendo il rischio di sviluppare condizioni come la sindrome metabolica o il diabete di tipo 2. È quanto emerge da uno studio da poco pubblicato sulla rivista Gut da un gruppo di ricercatori danesi guidati da Tine Rask Licht, professore alla Technical University of Denmark. Analizzando i dati relativi a 50 persone alle quali è stato chiesto di seguire per periodi alterni diete in cui erano presenti cereali raffinati oppure integrali, i ricercatori hanno scoperto che durante i periodi nei quali veniva portata in tavola la versione integrale dei cereali si è assistito a una perdita di peso e a una riduzione dell’infiammazione.
“In particolare si sono ridotti i livelli di alcuni marcatori dell’infiammazione di basso grado come l’interleuchina 6 e la proteina C reattiva” spiegano gli autori, precisando che la riduzione dell’interleuchina-6 era proporzionale all’aumento del consumo di cereali integrali, in particolare di segale. Per quanto riguarda invece la sensibilità all’insulina o la composizione del microbiota intestinale (la popolazione di microrganismi che colonizzano l’intestino), dallo studio non sono emerse differenze legate al consumo di cereali integrali o raffinati. “Quest’ultimo risultato non era atteso dal momento che alcuni lavori avevano in precedenza suggerito un possibile effetto positivo del consumo di cereali integrali in questo senso” affermano gli esperti che poi concludono: “Forse il ridotto numero di persone coinvolte nello studio non ha permesso di far emergere anche tali benefici”.
Fonte:
Roager HM, et al. Gut (2017). doi: 10.1136/gutjnl-2017-314786