Il tumore non si cura molto di indice e carico glicemico

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I dati scientifici ad oggi disponibili mettono in luce un legame, seppur debole, tra indice e/o carico glicemico della dieta e rischio di sviluppare un cancro, che si presenta però solo per pochi e selezionati tumori.

Tumore: colon, mammella ed endometrio sono più a rischio

Quanto contano indice e/o carico glicemico della dieta quotidiana nel determinare il rischio di sviluppare un tumore? Questi indicatori dell’impatto degli alimenti sui livelli di glucosio nell’organismo possono avere un ruolo nella prevenzione oncologica? Se lo sono chiesti molto recentemente i ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che hanno cercato di fare il punto della situazione pubblicando sulla rivista Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases un lavoro di revisione della letteratura scientifica oggi disponibile sull’argomento.

In estrema sintesi, dal lavoro emerge che un’alimentazione ad alto indice glicemico si associa a un aumento del rischio di sviluppare tumore del colon-retto, mentre una dieta a elevato carico glicemico si lega all’incremento del rischio di tumore del seno e dell’endometrio.

Come precisano gli autori, per questi tre tumori gli aumenti del rischio sono comunque lievi o moderati e per la maggior parte dei tumori per i quali sono disponibili dati, non emergono legami significativi tra rischio di malattia e indice e/o carico glicemico dei pasti. Risultati molto simili, ma non del tutto sovrapponibili, sono stati ottenuti anche dall’analisi dei dati dello studio EPIC-Italy che ha valutato dati relativi alla popolazione italiana. Questa analisi, pubblicata nell’estate 2017 su Scientific Reports, ha mostrato un’associazione tra dieta ad alto indice glicemico e aumento del rischio di tumore del colon e della vescica. Il carico glicemico elevato è stato associato a un maggior rischio di tumore del colon e di quelli “associati al diabete”. Il consumo di molti carboidrati con basso indice glicemico è risultato infine associato a una diminuzione del rischio di tumore del colon.

Diverse ipotesi ancora qualche dubbio

I carboidrati introdotti attraverso la dieta possono aumentare il livello di glucosio nell’organismo in misura diversa a seconda di tante variabili, tra le quali anche l’indice glicemico dell’alimento stesso. La ricerca ha dimostrato che i fattori che influenzano il metabolismo del glucosio hanno un ruolo di primo piano non solo nello sviluppo di malattie cardiovascolari e diabete, ma anche nell’insorgenza di alcune patologie croniche, incluso il cancro. In particolare, i dati suggeriscono che elevati livelli di insulina nel sangue – conseguenza del troppo glucosio – siano alla base dei meccanismi attraverso i quali l’indice e il carico glicemico degli alimenti possono influenzare il rischio oncologico.

E a sottolineare lo stretto rapporto tra insulina, glucosio e cancro, l’American Diabetes Association e l’American Cancer Society hanno identificato un gruppo di tumori definiti “legati al diabete”: vescica, mammella, colon, retto, endometrio, fegato, pancreas e prostata. L’insulina agisce infatti come fattore di crescita e aumenta inoltre l’attività di un gruppo di proteine chiamate IGF; tra queste IGF-1 è in grado di promuovere lo sviluppo dei tumori inibendo l’apoptosi, ovvero la morte programmata delle cellule tumorali, e stimolando la proliferazione cellulare e la sintesi di ormoni sessuali che possono a loro volta favorire la crescita di alcuni tipi di cancro. Anche altre condizioni legate a livelli di glucosio costantemente elevati come l’obesità e la resistenza insulinica possono aumentare il rischio oncologico. Una cosa è certa, indipendentemente dal rischio di cancro, una dieta a basso indice glicemico porta con sé molti benefici per la salute poiché tende a essere ricca in fibre e micronutrienti dei quali l’organismo non può fare a meno.

Prevenire con la dieta si può

Anche se i dati sul legame tra indice e/o carico glicemico dei cibi e rischio di cancro lasciano ancora spazio a dubbi e necessitano di ulteriori chiarimenti, gli esperti sono concordi nell’affermare che un’alimentazione corretta è la chiave per la prevenzione di numerosi tumori, circa 3 su 10 stando ai dati riportati dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Resta da capire cosa si intende esattamente con l’espressione “alimentazione corretta”. Se ne parla per esempio nel “Codice europeo contro il cancro” un documento che descrive i comportamenti che i singoli cittadini possono mettere in campo per ridurre il proprio rischio di sviluppare un tumore.

Tra le 12 raccomandazioni, pubblicate in dettaglio sul sito dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ce ne sono alcune che riguardano l’alimentazione e che in particolare suggeriscono di:

  • consumare molti e vari cereali integrali, legumi, frutta e verdura;
  • limitare i cibi a elevato contenuto calorico (alimenti ricchi di zuccheri o grassi) ed evitare le bevande zuccherate;
  • evitare le carni conservate; limitare il consumo di carni rosse e di alimenti a elevato contenuto di sale;
  • evitare il consumo di alcolici o comunque limitarlo;
  • cercare di mantenere il peso corporeo nella norma.
  • Regole piuttosto semplici, ma che una volta entrate a far parte delle abitudini quotidiane possono fare la differenza quando si parla di rischio oncologico.

Fonti:
1. Sieri S, Krogh V. Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2017 Jan;27(1):18-31.
2. Sieri S, et al. Sci Rep. 2017 Aug 29;7(1):9757.
3. Augustin LS, et al. Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2015 Sep;25(9):795-815.
4. AIRC. L’alimentazione e i tumori: le domande più frequenti. www.airc.it
5. IARC. Codice europeo contro il cancro. http://cancer-code-europe.iarc.fr/index.php/it/

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