Il legame tra alimentazione e malattie cardiovascolari, tumori e altre patologie che colpiscono il corpo è ormai ben noto e rappresenta da tempo l’oggetto principale di numerosi studi in tutto il mondo. Da qualche anno però i ricercatori hanno cominciato ad allargare il proprio interesse anche alla mente per cercare di capire se e come il cibo sia in grado di influenzare il rischio di malattie di tipo psichiatrico come per esempio la depressione. I dati non lasciano spazio a dubbi sulla necessità di agire alla ricerca di nuove strategie per prevenire e curare questo disturbo: la depressione maggiore colpisce infatti oltre 150 milioni di persone a livello globale e ha un peso enorme sanitario, sociale ed economico.
“Abbiamo oggi a disposizione diversi studi scientifici rigorosi che ci hanno aiutato a comprendere il ruolo dell’alimentazione nei disturbi mentali” afferma Almudena Sanchez-Villegas, della Università di Las Palmas (Gran Canaria), prima autrice di una ricerca sull’argomento da poco pubblicata sulla rivista BMC Medicine. Lo scopo del lavoro, che ha coinvolto oltre 15.000 persone spagnole seguite per 8,5 anni (valore mediano) era comprendere meglio il tipo di rapporto esistente tra indici che rappresentano il grado di aderenza a tre diversi regimi alimentari e la depressione. I tre punteggi analizzati erano focalizzati sulla dieta mediterranea (Mediterranean Diet Score, punteggio da 0 a 9), su una alimentazione prevalentemente vegetariana (Pro-vegetarian Pattern, punteggio da 12 a 60) e infine su 11 diversi gruppi di cibi e nutrienti (Alternative Healthy Eating Index, punteggio da 0 a 109). E a conti fatti i ricercatori hanno scoperto un più basso rischio di depressione nelle persone che seguivano meglio uno dei regimi alimentari analizzati (e quindi avevano ottenuto punteggi più alti negli indici analizzati).
Quali sono dunque i cibi che tengono lontana la depressione? “Non esiste un alimento che da solo è responsabile della riduzione del rischio” spiega Sanchez-Villegas che poi aggiunge: “Si tratta piuttosto dell’azione combinata di tutti i nutrienti che si assumono seguendo un determinato regime alimentare”. Anche i dati emersi dal recente studio spagnolo sembrano sostenere questa ipotesi: i benefici per la mente sono stati osservati soprattutto in chi seguiva con moderazione le diete analizzate, con differenze significative rispetto a chi le seguiva poco o per nulla, mentre tra chi seguiva moderatamente o molto la dieta le differenze erano meno evidenti. In un certo senso è come se a un certo punto si raggiungesse un plateau e non si potesse ridurre ulteriormente il rischio di depressione anche se si segue in modo più stretto la dieta sana. “Questo potrebbe essere legato alla mancanza di vitamine e micronutrienti essenziali per prevenire la depressione se si seguono poco o per nulla questi regimi alimentari” spiega l’autrice.
Anche se non è semplice trovare la “dieta antidepressione” efficace per tutti, dai diversi studi oggi disponibili sembra abbastanza chiaro che i regimi alimentari più adatti per tenere alla larga la depressione sono quelli che privilegiano il consumo di frutta, verdura, noci e pesce, inclusa quindi anche la dieta mediterranea. Una recente ricerca pubblicata su Nutritional Neuroscience da Rachelle Opie della La Trobe University di Melbourne (Australia) e colleghi ha valutato tutte le prove scientifiche disponibili sull’argomento riassumendole poi in 5 punti chiave:
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