1. obesità addominale (circonferenza vita ≥102 cm negli uomini e ≥88 cm nelle donne);
2. alterata regolazione della glicemia (glicemia a digiuno ≥100 mg/dl o pregressa diagnosi di diabete);
3. trigliceridemia elevata (≥150 mg/dl);
4. colesterolemia-HDL bassa (≤40 mg/dl negli uomini e ≤50 mg/dl nelle donne);
5. pressione arteriosa elevata (≥130/85 mmHg o in trattamento antipertensivo).
Sono tutti fattori che contribuiscono a determinare il rischio cardiovascolare: è sufficiente che una persona presenti almeno tre di queste condizioni, non importa quali, perché il medico possa porre diagnosi di sindrome metabolica.
I dati parlano chiaro: la sindrome metabolica sta diventando sempre più comune a causa soprattutto dell’aumento dei tassi di obesità tra gli adulti, tanto che in futuro tale sindrome potrebbe prendere il posto del fumo di sigaretta come fattore di rischio principale per le malattie cardiache. La buona notizia è che cambiamenti nello stile di vita sono efficaci nel prevenire o almeno ritardare l’insorgenza di questa condizione, che deve essere mantenuta sotto controllo con un impegno a lungo termine e con la collaborazione del proprio medico e di altri specialisti.
Lo dimostrano i risultati di uno studio canadese recentemente pubblicato sulla rivista Canadian Medical Association Journal. Lo studio ha coinvolto 305 pazienti adulti con sindrome metabolica ai quali è stato proposto un programma di informazione sulla sindrome stessa e di modifica dello stile di vita con l’aiuto di dietista e chinesiologo. E a conti fatti, seguire il programma per un anno ha portato alla scomparsa della sindrome metabolica nel 19% dei partecipanti e comunque, anche quando la condizione patologica rimaneva, si è osservata una riduzione del numero dei fattori di rischio nel 33% dei pazienti a 3 mesi, nel 41% a 6 mesi e nel 42% a 12 mesi.
Come si traduce nella pratica questa modifica dello stile di vita? Le regole sono quelle spesso indicate per la prevenzione di molte malattie croniche come le cardiovascolari, le neurodegenerative e anche alcuni tipi di tumore.
In cima alla lista delle modifiche possibili ci sono quelle legate all’alimentazione: via libera a frutta, verdura, cereali integrali, pesce, noci e legumi. Da limitare invece l’assunzione di grassi saturi (presenti per esempio nelle carni e nei formaggi grassi) e grassi trans (presenti per esempio nella margarina). Ma oltre alla tavola è importante prestare attenzione all’attività fisica.
Ridurre la sedentarietà abbassa la probabilità di sviluppare fattori di rischio pericolosi per il cuore: diminuisce il colesterolo LDL, aumenta quello HDL e la pressione si mantiene sotto controllo. Per ottenere benefici non serve essere atleti, ma basta dedicare all’attività fisica moderata circa 30 minuti al giorno. Essenziale anche ridurre al minimo il consumo di alcol che sostiene la sindrome metabolica aumentando i livelli di trigliceridi e la pressione sanguigna, aggiungendo calorie alla dieta quotidiana e peggiorando le condizioni di salute in persone che già hanno problemi cardiovascolari. Infine, bisogna ricordare che uno stile di vita davvero sano non deve avere nulla a che fare con il fumo di sigaretta, nemmeno quello passivo.
Fonti: