Se farmaci e cibi non vanno d’accordo!

Attenzione ai succhi di frutta quando si assumono farmaci. In particolare se si consumano spremute di pompelmo, che possono influenzare la disponibilità di farmaci all’interno del corpo.
La loro interazione avviene a livello di un citocromo (chiamato P450), un complesso enzimatico che gioca un ruolo essenziale nel metabolismo del farmaco.

Succo di pompelmo

L’interazione del succo di pompelmo con il farmaco avviene principalmente a livello intestinale determinando un’eccessiva permanenza di quest’ultimo nell’organismo. Può accadere ad esempio per alcune benzodiazepine, composti usati contro l’ansia, per certi farmaci della famiglia dei calcio-antagonisti usati nel trattamento della pressione alta, per la ciclosporina impiegata per impedire il rigetto di un trapianto e nel trattamento di malattie del sistema immunitario.

Non bisogna poi dimenticare che il sistema di enzimi codificati con la sigla CYP varia anche da persona a persona, per cui gli effetti di queste interazioni possono mutare significativamente da individuo a individuo.
Al di là dell’esempio del succo di pompelmo tuttavia, sono davvero tantissime le possibili interazioni da tenere presenti, e a volte conviene ricordare al medico i nostri gusti alimentari per ottenere le informazioni necessarie.
Il succo di pompelmo, tornando alla deliziosa bevanda, non andrebbe bevuto se si assume un antiallergico molto impiegato, chiamato terfenadina. Particolari composti chimici presenti nell’agrume, chiamati flavonoidi, possono interferire con il metabolismo della terfenadina determinando un più lento smaltimento del farmaco.

Latte o formaggio

Per chi beve latte o mangia molto formaggio, invece, attenzione se si è in cura con tetracicline (prodotti molto usati nella cura di infezioni della pelle e delle vie respiratorie), di etidronato (un farmaco impiegato nella prevenzione dell’osteoporosi) o  di lassativi.
Latte e latticini riducono l’efficacia antibatterica delle tetracicline, abbassano l’assorbimento del farmaco impiegato per rinforzare le ossa e possono anche modificare l’azione di alcuni lassativi.
Nel lungo elenco di interazioni alimenti-medicine occorre prestare particolare attenzione alla caffeina contenuta non solo nel caffè ma anche in altre bevande e alimenti. Non bisognerebbe mai esagerare quando si assumono particolari antibiotici che fanno parte della categoria dei chinolonici (ad esempio ciprofloxacina, enoxacina e norfloxacina) e sono spesso impiegati nella cura delle cistiti.

dettaglio di formaggi e latte

Anche chi sta prendendo la pillola contraccettiva contenente estrogeni e progestinici dovrebbe limitarne l’uso. Queste sostanze infatti possono amplificare l’effetto euforizzante della caffeina, dando il via  a disturbi del sonno. Per chi ama il classico tè all’inglese, poi, sarebbe consigliabile evitarne il consumo  quando il corpo è povero di ferro.
Il rischio è  quello di ridurre l’effettiva disponibilità di ferro per l’organismo.
Alla luce di tutto ciò è quindi fondamentale Leggere attentamente le avvertenze e le modalità d’uso dei farmaci, indicazione che spesso sentiamo nei messaggi  pubblicitari che accompagnano i medicinali in libera vendita, può diventare un’occasione utile per discutere con il proprio medico sull’interazione tra quanto mangiamo e beviamo e le cure che stiamo assumendo. Anche e soprattutto se si fa parte del gentil sesso.

Se una signora assume il ginseng confidando nella sua azione “antistanchezza” dovrebbe prestare attenzione ad un’eventuale contemporanea cura con ormoni estrogeni. C’è il rischio che l’effetto degli ormoni aumenti, così come può salire l’attività dei derivati di cortisone, sempre in relazione all’assunzione cronica dello stesso ginseng.
Sempre per quanto riguarda il gentil sesso, meglio non esagerare con la liquirizia se si assume la pillola anticoncezionale. Secondo alcuni studi proprio la delicata e gustosa radice potrebbe creare delle interazioni con l’effetto della pillola stessa. Ma la liquirizia può giocare un ruolo importante se consumata in quantità elevate anche in chi sta assumendo alcuni farmaci diuretici per abbassare la pressione. Il rischio di questa associazione è che si abbassi il potassio presente nel sangue, e che quindi le cellule lavorino malamente.

Associazioni da ricordare

–    Sale con potassio + aceinibitori (indicati per il trattamento dell’ipertensione): aumento dell’effetto dei farmaci
–    Tè + farmaci a base di ferro: diminuzione disponibilità ferro.
–    Succo di pompelmo + terfenadina (antiallergico) o calcioantagonisti (trattamento dell’ipertensione): aumento dell’effetto dei farmaci
–    Succo di pompelmo+ etinilestradiolo (ormone femminile): calo dell’attività dell’ ormone
–    Latte + tetracicline (particolari antibiotici): riduzione dell’ effetto antibiotico
–    Liquirizia + diuretici: diminuzione concentrazione di potassio nel sangue

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