L’eccesso di cellule adipose, in particolare localizzate all’addome, rappresenta oggi un elemento di grande interesse scientifico: l’adipocita si comporta, infatti, come una vera e propria “centrale” endocrino-immunologica.
Uno dei primi elementi scientifici che hanno aperto la strada a questa ipotesi è stata l’individuazione della leptina.
Questa sostanza, prodotta dalle cellule adipose bianche, agisce direttamente sul sistema nervoso centrale e “informa” il corpo sulla necessità di nutrirsi.
La produzione di leptina sarebbe indotta su base genetica, in particolare in relazione ad uno specifico gene chiamato “ob”, capace di regolarne la sintesi.
La leptina potrebbe costituire un fondamentale “regolatore” endogeno del peso, ma non è probabilmente è l’unico.
Basti pensare che la sua azione influisce su una particolare proteina chiamata “Neuropeptide Y“. Questa proteina, insieme ad altri elementi non ancora identificati, risulterebbe essere il “regolatore” definitivo dell’equilibro tra introito e consumo calorico.
Alla leptina si sono aggiunti negli ultimi tempi altri composti, che confermano come il sistema nervoso centrale agisca da integratore di segnali che arrivano dalla periferia e come effettore di nuove informazioni in grado di apportare variazioni nel controllo alimentare e nella spesa energetica.
Ecco, in sintesi, cosa accade nel corpo umano quando esiste un’eccessiva quantità di tessuto adiposo all’interno dell’addome.
L’eccesso di aposità favorisce una serie di processi negativi sul sistema endocrino e sul metabolismo, che possono essere così riassunti.
L’accumulo di grasso in eccesso può indurre una modificazione nella risposta immunitaria dell’organismo, favorendo l’insorgenza e il mantenimento dell’infiammazione.
Gli adipociti, infatti, inducono la produzione di particolari peptidi che favoriscono questo fenomeno patologico, dall’altro riducono la sintesi di composti ad azione “protettiva nei confronti dell’infiammazione.
In particolare, l’eccesso di grasso viscerale fa aumentare la sintesi di mediatori dell’infiammazione come:
Inoltre, l’eccesso di grasso viscerale induce un calo nella sintesi di adiponectina, la cui azione invece contrasta lo sviluppo di infiammazione. Per questi motivi, oltre a favorire la disfunzione endoteliale (cioè della parte più interna della parete arteriosa), l’attività dell’adipocita in eccesso contribuisce a rendere più instabile la placca ateromatosa la cui rottura è all’origine dei fenomeni trombotici che riducono l’afflusso di sangue ed ossigeno al cuore e al cervello attraverso i vasi sanguigni, con comparsa di sindromi coronariche e ischemie cerebrali acute.
Infine, si è visto che in presenza di obesità addominale può crescere il numero dei macrofagi, particolari globuli bianchi che normalmente vengono attivati in caso di infezione batterica, ma che sono in grado di richiamare sostanze che aumentano ulteriormente il fenomeno infiammatorio.
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