Ed è ovvio che il microbiota sia un fattore chiave in questi processi, pur se la sua composizione si modifica nel corso della vita e proprio questo è il tema che sta affrontando una grande progetto di ricerca del programma MAST (Medically Associated Science and Technology) del Cedars-Sinai, coordinato da Ruchi Mathur. Il risultato dello studio dell’equipe d’oltre Oceano è stato pubblicato su Cell Reports.
Lo studio è estremamente complesso. Se per valutare la componente batterica del colon è infatti sufficiente un esame delle feci, per studiare ciò che avviene più in alto, nel tenue, bisogna partire da campioni prelevati direttamente in questa area. Ma è proprio questo che hanno fatto i ricercatori, per cercare di definire i mutamenti nelle popolazioni batteriche che si possono osservare e soprattutto per valutare quanto impattano su questo ecosistema i trattamenti farmacologici prolungati e le malattie. In particolare, studiando i vari modelli, si è visto che esistono popolazioni batteriche che in qualche modo influiscono negativamente sul benessere quanto aumentano eccessivamente a scapito di altre specie. Ad esempio si è visto che un incremento significativo dei coliformi tipico dell’invecchiamento porta a un impatto negativo sugli altri batteri e soprattutto hanno visto che con l’aumentare dell’età tendono a riprodursi più facilmente i germi che non necessitano di ossigeno, i cosiddetti anaerobi, a scapito dei primi.
Siamo solamente all’inizio di un percorso di conoscenza, che però potrebbe avere un significativo impatto sulla scienza dell’alimentazione: visto che l’intestino tenue gioca un ruolo chiave nell’assorbimento di diversi principi nutritivi, i mutamenti del microbiota potrebbe assumere caratteristiche di grande significato nella salute. Lo studio pubblicato su Cell Reports è solamente una fase di un grande progetto di ricerca, denominato REIMAGINE, che mira a svelare i segreti di tutto il microbiota dell’intestino e a chiarire i meccanismi che lo legano all’immunologia e alla risposta neuroendocrina dell’organismo, oltre che all’epigenetica.
Dal semplice al difficile passando per il complesso: così si potrebbero riassumere la storia (più di 100 anni dai primi studi) e la cronaca dell’avanzamento attuale delle conoscenze relative al microbiota intestinale.
Questo è il messaggio di questo articolo; la conoscenza della composizione del microbiota intestinale si è fino ad oggi basta sullo studio di campioni fecali, sicuramente rappresentativi della popolazione batterica del colon ma… la parte alta dell’intestino, quali batteri contiene?
Si è iniziata quindi la scoperta delle “sorgenti del Nilo” del microbiota, un viaggio che ci porterà a capire meglio struttura e funzioni di questo “organo aggiuntivo” del nostro corpo.
Commento del prof. Lorenzo Morelli, Presidente Scientifico Fondazione Istituto Danone.
Questo sito prevede di utilizzare determinate categorie di cookie per diversi motivi. Per ottenere maggiori informazioni sulle categorie di cookie utilizzati e limitarne l’utilizzo, consulta la cookie policy.