L’obesità si legge nei geni

In questo post..

Non è sempre e solo questione di troppo cibo consumato e di scarsa attività fisica: un recente studio chiarisce il ruolo di una nuova mutazione genetica legata allo sviluppo dell’obesità.

Il rischio di andare incontro a un pericoloso aumento di peso che può arrivare anche all’obesità è il risultato dei nostri comportamenti quotidiani e del nostro stile di vita, ma è anche scritto, almeno in parte, nel DNA come dimostra un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Genetics.

I ricercatori dell’Imperial College di Londra, coordinati da Philippe Froguel, hanno concentrato la loro attenzione sulla popolazione pakistana dove, stando ai risultati di precedenti studi, circa il 30% dei casi di obesità è spiegabile da geni oggi noti per il loro ruolo nella patologia. “Restano però molti altri casi che potrebbero dipendere da geni non ancora noti” spiegano i ricercatori, che hanno in effetti identificato un nuovo possibile protagonista della vicenda geni-obesità. Si tratta in particolare del gene dell’adenilato ciclasi 3 (ADCY3) che, quando mutato, non è in grado di produrre una proteina perfettamente funzionante.

“Questo porta ad anomalie nel controllo dell’appetito, nel diabete e anche nel senso dell’olfatto” precisa Froguel, che poi aggiunge: “Il gene potrebbe influenzare il sistema che lega l’ipotalamo (un’area del cervello) alla produzione di ormoni e questi ormoni regolano una enorme varietà di funzioni biologiche incluso l’appetito”. E non si tratta di una caratteristica presente solo nel DNA della popolazione pakistana. Analizzando database genetici interazionali i ricercatori hanno scoperto la presenza delle stesse mutazioni anche in pazienti di Olanda e Groenlandia. “Queste scoperte ci aiutano a comprendere meglio le basi di una patologia che ha assunto ormai le caratteristiche di epidemia a livello mondiale e aprono la strada a nuove potenziali terapie” concludono gli autori.

Fonte:
Saeed S, et al. Nature Genetics, 2018; doi: 10.1038/s41588-017-0023-6

Potrebbero interessarti anche...

Non esagerare con le carni rosse significa (anche) prevenire il diabete
Secondo una ricerca apparsa su American Journal of Clinical Nutrition, infatti, basterebbe superare le due porzioni di carne rossa ogni settimana per avere un rischio maggiore di sviluppare il ...
Ecco come il microbiota materno influenza quello fetale e disegna la traiettoria di benessere
È a questo secondo quesito che risponde un interessante studio sperimentale apparso su BMC Biology, che va proprio ad esplorare quali differenze si creano nella composizione batterica e ...
Attenzione alle scelte drastiche, ecco perché una dieta equilibrata ci protegge
E ricordarcelo, facendo il punto sui problemi potenzialmente legati alle abitudini alimentari “estreme”, è uno studio molto interessante apparso su Journal of Nutrition e condotto dagli ...
Microbiota intestinale ed eczema cutaneo nei neonati, esiste un rapporto?
Si sa ormai che il modo in cui il bimbo viene al mondo e l’alimentazione nei primissimi mesi di vita contribuiscono a formare, a grandi linee, le popolazioni batteriche che poi “abiteranno” ...
Logo Nutripedia
Alimentazione e covid-19: posso aiutare il mio bambino a difendersi dall’infezione?
È vero che un’alimentazione senza glutine è più sana per tutti i bambini?
Ultimi mesi di gravidanza: per evitare di prendere troppo peso vanno eliminati i carboidrati?
Visita il sito Nutripedia

Questo sito prevede di utilizzare determinate categorie di cookie per diversi motivi. Per ottenere maggiori informazioni sulle categorie di cookie utilizzati e limitarne l’utilizzo, consulta la cookie policy.