Un‘alimentazione sana e una regolare attività fisica rappresentano un ottimo binomio per mantenersi in forma: tuttavia, a queste due semplici regole se ne aggiunge una terza, non meno importante, per un corretto stile di vita: dormire bene.
Il cosiddetto “giusto sonno” costituisce infatti un punto fondamentale per un metabolismo ottimale, fin da bambini.
Secondo una ricerca apparsa sulla rivista “Pediatrics“, i giovani che dormono meno di otto ore e mezzo per notte presentano un tasso di obesità del 23,5%; una percentuale che cala fino al 12% tra quanti invece hanno una media di sonno di oltre nove ore e 25 minuti.
Tuttavia, sembra che Morfeo possa costituire una vera panacea anche per gli adulti. E’ quanto emerge dal “Nurses Health Study“, che ha arruolato nel 1986 circa 60.000 donne sane, non obese, di età compresa tra 39 e 65 anni.
Dopo ben dodici anni di accurate osservazioni, è emerso che le donne che avevano dichiarato di dormire cinque ore a notte avevano aumentato il loro peso in media di 2,47 chilogrammi in più rispetto a quelle che riferivano di dormire mediamente 7 ore per notte. Non solo: il rischio di obesità nelle donne con una media inferiore alle 7 ore di sonno per notte saliva indipendentemente dall’alimentazione, dal consumo di alcolici e dall’attività fisica.
I dati sono stati confermati successivamente dai risultati del “National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) I“, che ha sottoposto ad osservazione oltre 9.500 persone, tra i 32 e i 49 anni.
I soggetti che dichiaravano di dormire meno di 7 ore per notte presentavano un Indice di Massa Corporea (BMI) significativamente più elevato, con una maggiore probabilità di raggiungere un BMI superiore a 30, e quindi l’obesità.
Infine, un dato che interessa anche la qualità del sonno.
Secondo una ricerca apparsa negli anni scorsi su “Proceedings of the National Academy of Science” e condotta su nove volontari in normopeso ed in buona salute tra i 20 e i 31 anni, la capacità dei soggetti di regolare la glicemia cala di un quarto dopo tre giorni di sonno disturbato da rumori e quindi mai profondo.
Il dato è significativo: dormire poco e male, oltre che peggiorare il benessere generale, può incidere pesantemente sul metabolismo, facilitando l’insorgenza di soprappeso e diabete.
Questa correlazione tra carenza di sonno e alterazioni del metabolismo, in ogni caso, può essere spiegata con una risposta dell’organismo – ed in particolare del sistema endocrino – allo “stress” indotto dalla situazione.
La restrizione di sonno può determinare alterazioni nella secrezione di ormoni che regolano il senso dell’appetito e la spesa energetica.
Più specificamente, l’interruzione e la diminuzione costante delle ore dedicate al sonno determinano una ridotta secrezione della leptina, l’ormone che favorisce la riduzione del senso dell’appetito e al contempo facilita il consumo calorico.
Allo stesso tempo, la produzione di grelina, ormone che stimola l’appetito, aumenterebbe negli stati di privazione del sonno.
Chi dorme poco crea così un circolo vizioso che può indurre una serie di alterazioni capaci di portare poi ad una più complessa gestione del controllo del peso.
Quando si pensa ad una dieta, quindi, bisognerebbe rispettare anche i ritmi individuali.
I “gufi”, che rimangono svegli a lungo la notte, dovrebbero riposare più a lungo la mattina. Viceversa, le “allodole”, pronte a guizzare in piedi prima dell’alba, dovrebbero evitare risvegli troppo anticipati. In tutti e due i casi, non bisogna dimenticare di iniziare la giornata con una abbondante colazione, per dare all’organismo ciò di cui ha bisogno.