Così lo stress inganna il cervello e può obbligarci a mangiare di più

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Lavoro. Problemi in famiglia. Ansie per la situazione economica. Tutto questo si traduce in una tensione emotiva che in qualche modo diventa una costante problematica da gestire. Ma attenzione: non dobbiamo limitarci esclusivamente all’impatto sulla psiche di questa combinazione negativa tra stress psicologico e corpo.

Purtroppo, ed è esperienza comune per chi si occupa di nutrizione, in condizioni di stress cronico si ha una ricaduta anche sulle abitudini alimentari, perché il cibo può diventare un vero e proprio meccanismo di conforto. E magari, proprio perché non siamo spinti dall’appetito ma dalla tensione nervosa, a guidarci è il “bisogno” di ingurgitare qualcosa, magari preferendo uno spuntino ipercalorico. Il problema è che questo meccanismo crea un circolo vizioso che renderebbe difficile controllare il peso. Perché l’associazione tra stress e alimentazione che punta alla ricompensa emotiva diventa un doppio fattore che guida l’aumento ponderale.

A dirlo, spiegando cosa avviene nel sistema nervoso, è una ricerca condotta dagli esperti del Garvan Institute of Medical Research di Sidney (primo autore Kenny Chi Kin Ip), pubblicata su Neuron.

Il sistema nervoso sbaglia

Stando a quanto riportano gli studiosi, lo stress combinato con il cibo “di conforto” ipercalorico porterebbe a mutamenti nel cervello, con necessità di mangiare di più. E faciliterebbe non solo un incremento della richiesta di alimenti, ma anche la scelta di cibi molto calorici, meglio se dolci, con conseguente incremento del rischio di prendere peso. Il motivo? In caso di stress tende ad alterarsi la risposta naturale del cervello alla sazietà, con conseguente comparsa di segnali di ricompensa che promuovono il consumo di cibi più appetibili. Quindi il sistema nervoso tende ad ignorare la risposta naturale che dovrebbe dare: il cervello ha meno piacere dal cibo ed ha bisogno di essere costantemente ricompensato per nutrirsi. Il che significa che stress cronico e alimentazione particolarmente ricca di calorie sarebbe quindi alla base dell’aumento di peso e dell’obesità.

L’azione dei due fattori si concentrerebbe sull’habenula laterale, che normalmente entra in gioco nella risposta di ricompensa del cervello spegnendola. Se però è presente stress cronico, la parte del cervello in questione è rimasta in silenzio. Ed è venuto a mancare il normale sistema di controllo. I segnali che guidano il bisogno di ricompensa rimangono quindi attivi. E quindi si ricerca l’alimentazione per piacere. Con evidenti ripercussioni sul benessere e sul rischio futuro dei soggetti.

Lo studio, in ultima analisi, dà ragione del ruolo dello stress come regolatore critico delle abitudini alimentari, anche oltre le classiche capacità del sistema nervoso di bilanciare i bisogni energetici. Quindi lo stress diventa un fattore che può compromettere il normale metabolismo energetico. Impattando anche sulla sana alimentazione e sul benessere, con impatto sul metabolismo e sul peso corporeo.

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