Gli esperti lo chiamano gut brain axis e lo definiscono come una fitta rete di fibre nervose che consentono la connessione tra il sistema nervoso centrale e l’apparato digerente. Esso dunque sarebbe il “responsabile” della relazione tra il nostro benessere (o malessere) psichico e l’alterazione dell’attività intestinale.
Studi condotti negli ultimi anni, inoltre, hanno evidenziato una correlazione tra l’attività di specifici ceppi di batteri probiotici ed alcune reazioni cerebrali legate a stati ansiosi o a loro manifestazioni (quali la depressione o l’acne). Si tratta tuttavia di un filone molto recente e, per tale motivo, è meglio attendere una maggior quantità di dati prima di formulare conclusioni.
L’intestino è la sede di alcuni importanti sistemi di difesa, quali: la microflora intestinale, la muscosa intestinale ed il GALT. La microflora intestinale è costituita da miliardi di microrganismi in grado di inibire la proliferazione di batteri patogeni (responsabili dell’insorgenza di differenti tipologie di malattie) essa, inoltre, favorisce l’assorbimento, i processi digestivi e la produzione di specifiche vitamine.
Di fondamentale importanza sono anche la mucosa intestinale ed il GALT, un tessuto linfoide che assicura protezione dall’attacco dei patogeni e svolge la funzione di “guardiano” della salute.
Nature Reviews Neuroscienceha recentemente proposto un’analisi di quanto riportato sino ad ora in letteratura circa l’interazione tra cervello ed intestino. I dati raccolti hanno evidenziato, ad esempio, come la tensione emotiva sia in grado di alterare la microflora intestinale e come, al contrario, le stesse modificazioni del microbiota possano esercitare ripercussioni sia a livello intestinale (infiammazione) che nervoso.
La via “cervello-intestino” sembra essere mediata soprattutto da ormoni dello stress quali il cortisolo, l’adrenalina e noradrenalina, la cui secrezione sembra favorire la permeabilità della barriera intestinale a ceppi patogeni. In direzione opposta, un’alterazione del microbiota intestinale sembra indurre il rilascio di citochine infiammatorie in grado di raggiungere il cervello.
Studi condotti sia sugli animali che sugli uomini, infine, hanno messo in evidenza come la somministrazione di probiotici sia in grado di ridurre l’ansia ed innalzare la soglia del dolore.
A cura del Prof. Lorenzo Morelli
Direttore Istituto Microbiologia
Università Cattolica Piacenza
A cura del Comitato Scientifico
Fondazione Istituto Danone