Microbiota, sarcopenia e invecchiamento, c’è un legame?

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L’ipotesi di lavoro è affascinante. E viene da Journal of Physiology. La rivista ha pubblicato un report scientifico che mette in correlazione l’attività muscolare e il recupero con la presenza di particolari specie di microbiota, facendo balenare l’idea che anche lo stesso microbiota possa giocare un ruolo nella crescita strutturale dei muscoli con l’esercizio e con una possibile ripresa in caso di sarcopenia o invecchiamento.

Siamo solo a livello sperimentale. Ma si pensa che la presenza di un microbiota in salute possa influire sulla crescita del tessuto muscolare dopo l’esercizio. Lo studio ha preso in esame animali sottoposti a trattamento antibiotico, quindi con variazioni della componente batterica intestinale, e non. Ed ha verificato, con test fisici, che in presenza di una componente batterica sana i muscoli tendono a crescere dopo sessioni di esercizio in modo migliore rispetto a quanto avviene dopo aver influenzato la componente del microbiota con la terapia farmacologica. Siamo solo all’inizio, ma si tratta di una ricerca che si aggiunge ad un corposo flusso di indagini che vanno a valutare proprio questo aspetto, portando alla luce ipotesi di lavoro di grande interesse pratico considerando anche la prevalenza della sarcopenia nella popolazione anziana e in chi soffre di patologie croniche che influiscono sull’alimentazione e sulle possibilità di movimento.

Identikit della sarcopenia

La sarcopenia può essere definita come una condizione caratterizzata da una perdita della massa muscolare progressiva e generalizzata. La perdita di massa muscolare si accompagna a una riduzione della forza e della prestazione fisica. Il primo segno può essere un’evidente riduzione del volume dei principali gruppi muscolari delle braccia e delle gambe. Col tempo provoca alterazioni anatomiche e funzionali delle fibre muscolari e comporta una certa sensibilità alla fatica e alla stanchezza oltre che difficoltà a compiere comuni azioni quotidiane come salire le scale, portare i sacchetti della spesa, prendere un bambino in braccio, alzarsi agilmente da una poltrona, fare una lunga passeggiata. Il quadro può essere favorito da malattie endocrine, come quelle tiroidee, che incidono negativamente sul metabolismo dell’osso, cardiovascolari, come lo scompenso cardiaco, respiratorie, osteoarticolari, come l’artrosi e l’osteoporosi, e malattie neurologiche come il Parkinson o l’Alzheimer.

 

Ma va detto che naturalmente la quantità di muscolo cambia con il passare degli anni: noi cresciamo e il muscolo cresce con noi, fino a raggiungere il picco massimo intorno ai 30 anni, passati i quali inizia invece lentamente a diminuire: dai 70 anni in poi, ogni 10 anni, si perde circa il 15% della massa muscolare e comunque col tempo la forza muscolare e le prestazioni fisiche iniziano a calare intorno ai 45-50 anni. Superati i 75 anni è possibile anche che la forza muscolare sia ridotta del 60% e che la funzionalità fisica sia fino al 30% inferiore rispetto ai più giovani.

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