L’immagine del cibo può ingannare il cervello e aiutare a perdere peso?

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“Ingrasso solo vedendo i piatti”. Si sentono spesso dire frasi di questo tipo a chi non riesce a calare di peso, per oggettive difficoltà a seguire un regime alimentare ipocalorico o comunque a non associare alla diminuzione dell’introito energetico anche la necessaria attività fisica.

Ma se questo pensiero suona soprattutto come una sorta di “resa” nei confronti del sovrappeso, va detto che il cervello potrebbe anche essere ingannato dalle ripetute immagini di un piatto prelibato, fino al punto di percepire di averlo consumato solo osservandolo sullo smartphone o sullo schermo di tablet o PC. Non ci credete? Andate a leggere i risultati della ricerca condotta dagli esperti dell’Università di Aarhus pubblicata su Appetite. Lo studio mostra che se è vero che visualizzando un’immagine di un cibo siamo portati a consumarlo, può accadere che ripetendo molte volte la sequenza di immagini si tenda a sentirsi sazi. O almeno si abbia la percezione di essersi in qualche modo nutriti.

Ripetere la visione offre senso di sazietà

La sollecitazione offerta dalla ripetizione di scatti fotografici interessanti sul versante nutrizionale, con alimenti e piatti da far venire l’acquolina in bocca, potrebbe quindi rivelarsi utile per chi deve provare a calare di peso. L’importante è che la visione sia ripetuta, in tempi brevi, un numero elevato di volte. Nel lavoro si parla di almeno 30 passaggi in grado di impressionare la retina.

Negli esperimenti eseguiti, infatti, questa overdose visiva ha portato le persone a sentirsi più sazie. Non solo. Dopo le visioni è stato chiesto ai partecipanti sottoposti allo stimolo visivo di consumare una porzione dell’alimento presentato. Sorpresa: i soggetti cui è stata mostrata l’immagine molte volte hanno anche scelto una porzione più piccola rispetto a quelli che avevano solo visto la foto tre volte. Stando all’analisi degli esperti, l’appetito risente moltissimo della percezione cognitiva, secondo la teoria della cognizione fondata: se una persona pensa intensamente di mordere un frutto particolarmente ricco di succo vengono attivate le aree del cervello che entrerebbero in gioco se i denti avessero davvero morso l’alimento. Quindi, il solo pensiero di un pasto può offrire un certo senso di sazietà.

Ma attenzione: in questo caso la ricerca è andata oltre, dimostrando che ci vuole un certo numero di ripetizioni visive per rendere più sazi, confermando anche un altro dato. Se per i primi e i secondi l’impatto visivo è importante, pare proprio che i dolci sfuggano un pochino a queste regole generali. E per questo bisogna prestare particolare attenzione al tema. La speranza è che i risultati ottenuti correlando visto e appetito (evidenziato anche un ruolo dei colori dei cibi, specie se si tratta di dolciumi) possano diventare la base per un approccio strategico nuovo al problema del sovrappeso, rappresentando una sorta di “complemento” ai prospetti calorici del nutrizionista, su misura per ogni persona.

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