Gli esperti non hanno alcun dubbio: fare esercizio porta molti benefici per la salute di tutti, indipendentemente dall’età, dal sesso o dall’origine etnica, aiutando a prevenire più o meno direttamente malattie croniche di tipo cardiovascolare, il diabete e molti tumori. Fa bene al corpo poiché contribuisce a tenere sotto controllo il peso, ma fa bene anche alla mente dal momento che aiuta a combattere la depressione e a rallentare i problemi cognitivi tipici dell’età che avanza. Anche il cuore, come tutti gli altri muscoli, migliora le proprie prestazioni quando viene allenato con regolarità.
L’attività fisica di intensità da moderata a vigorosa migliora la capacità del cuore di pompare il sangue ai polmoni e al resto del corpo e di conseguenza ai muscoli arriva più sangue, un sangue ricco di ossigeno. Non bisogna poi dimenticare che grazie all’attività fisica è possibile ridurre anche molti fattori di rischio per malattie cardiovascolari. Il movimento aiuta infatti a ridurre la pressione sanguigna e i livelli di trigliceridi, rende più semplice la gestione dei livelli degli zuccheri nel sangue che possono portare al diabete di tipo 2 e può aumentare il livello di colesterolo HDL (quello “buono”). L’attività fisica è efficace nel ridurre il peso corporeo se combinata con una dieta appropriata e potrebbe anche aiutare chi ha deciso di smettere di fumare a raggiungere il traguardo.
Intervenire sullo stile di vita, per esempio modificando la dieta e dicendo stop alla sedentarietà, ha un impatto importante sulla riduzione del rischio cardiovascolare, anche se in genere i risultati non sono immediati ma si ottengono con pazienza e costanza. Mantenere uno stile di vita attivo però è fondamentale anche per chi ha già avuto a che fare in passato con problemi di cuore e vasi. Con l’attività fisica, per esempio, chi ha già avuto un infarto può ridurre il rischio di averne un secondo. Inoltre un recente studio pubblicato (2017) sulla rivista European Journal of Preventive Cardiology ha messo in luce che la ripresa dopo un attacco di cuore può essere più semplice per chi in genere conduce una vita attiva rispetto a chi è più sedentario.
“Studi su modelli sperimentali suggeriscono che l’esercizio riduce il danno che si genera nel muscolo cardiaco durante un infarto e con il nostro studio abbiamo dimostrato che anche nell’uomo l’attività fisica ha un ruolo importante in caso di infarto” spiega Hanne Ejlersen, dell’Università di Copenhagen, prima autrice della ricerca, ricordando che nelle persone più attive le percentuali di infarti fatali erano inferiori. Tra le possibili spiegazioni il fatto che grazie all’esercizio costante si sviluppano vasi sanguigni collaterali nel cuore che assicurano un rifornimento di sangue e quindi di ossigeno anche in caso di blocco del flusso sanguigno dovuto all’infarto.
Gli esperti raccomandano all’unanimità di dedicare un po’ di tempo nel corso della giornata all’attività fisica, ma ricordano anche che, come spesso accade, non bisogna esagerare. “Sono sempre più numerose le persone che si dedicano a livello amatoriale ad attività fisiche particolarmente impegnative come la maratona, il triathlon o l’ironman” dice Anna Kaleta, prima autrice di uno studio polacco recentemente pubblicato su Cardiology Journal (2017), precisando che a livello globale il numero dei maratoneti è aumentato del 13% dal 2009 al 2014.
Dato l’enorme impegno fisico e psicologico che queste gare richiedono, soprattutto a chi non è un atleta professionista, non sono pochi gli esperti che si interrogano sugli effetti per la salute di tali attività. “Una risposta definitiva alla domanda non esiste, ma i dati suggeriscono l’esistenza di un possibile legame tra attività fisica a livelli particolarmente elevati e sviluppo di problemi del ritmo cardiaco, cambiamenti anche della struttura del cuore e aumento delle molecole che favoriscono l’infiammazione” spiegano gli autori. Attenzione anche alle patologie cardiovascolari pre-esistenti come per esempio miocardite o difetti congeniti che potrebbero rendere alcuni tipi di attività fisica particolarmente pericolosi.
Prima di iniziare a muoversi è sempre meglio quindi consultare il proprio medico o lo specialista in medicina dello sport e/o in cardiologia.
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