In termine tecnico viene definita mHealth, abbreviazione di mobile Health, e si riferisce a pratiche rivolte alla salute e basate su dispositivi mobili come per esempio gli smartphone. Questo modo di prendersi cura della propria salute fa parte della più vasta eHealth, la salute “elettronica” basata su tutti i dispositivi di comunicazione come i computer o i satelliti per la condivisione di informazioni medico-sanitarie, e comprende moltissime app. Non si tratta di un capriccio tecnologico, ma di una novità con un grande potenziale.
Oltre che utile per la salute di per sé, una app per la riduzione del peso corporeo in eccesso che sia davvero efficace potrebbe rivelarsi estremamente importante anche dal punto di vista del risparmio sulla spesa sanitaria, riuscendo a prevenire le complicanze a lungo termine di sovrappeso e obesità come per esempio il diabete e gli eventi cardiovascolari. Per tutte queste ragioni, l’attenzione dei ricercatori si è concentrata negli ultimi anni sulle nuove opportunità di diffondere informazioni sulla salute e migliorare gli stili di vita. Non bisogna infine dimenticare che messaggi veicolati attraverso tali strumenti potrebbero avere una diffusione impensabile con altri mezzi. Secondo recenti stime infatti, oltre la metà degli adulti possiede uno smartphone negli Stati Uniti, nel regno Unito e in Australia e dati simili si riscontrano anche in Italia secondo un recente rapporto Censis dal quale emerge che oggi gli smartphone sono impiegati regolarmente dal 52,8% degli italiani.
Funzionano davvero? Basta affidarsi a un telefonino e scaricare una app per riuscire nell’obiettivo di guadagnare salute attraverso la perdita del peso corporeo in eccesso? In base ai dati oggi disponibili la risposta più corretta in questo momento è ancora negativa, o comunque non positiva sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto è importante capire come funzionano questi strumenti. Numerose app disegnate per ridurre il sovrappeso o migliorare il proprio stile di vita offrono la possibilità di monitorare in modo semplice e piuttosto immediato la propria alimentazione, il proprio peso corporeo e il livello di attività fisica svolta. Inoltre spesso sono in grado di inviare messaggi personalizzati o standardizzati via sms o e-mail per ricordare all’utilizzatore di seguire il programma o per commentare i risultati ottenuti.
Un sistema così pensato, che può includere anche tecniche per indurre una modifica del comportamento quotidiano, può essere per molti uno stimolo a “tenere duro” e a continuare nella dieta o nel programma di attività fisica scelto, ma spesso l’entusiasmo iniziale si spegne dopo pochi mesi portando a una perdita di efficacia anche della app più efficace. Inoltre, benché diversi studi abbiano messo in luce che un utilizzo più continuo e costante delle app per ridurre il peso in eccesso aiuti a raggiungere un maggiore calo ponderale, altri hanno evidenziato che – nel contesto di un programma clinico per perdere peso corporeo – le differenze nel risultato raggiunto tra chi usa app e chi invece si basa su tecniche più tradizionali per raggiungere l’obiettivo non variano in modo significativo.
Generalizzare è sempre difficile e spesso fuorviante. Ecco perché prima di poter arrivare a una conclusione definitiva sull’efficacia delle app dedicate alla salute bisognerebbe analizzarle tutte nel dettaglio, cercando anche di capire se e quanto siano conformi alle evidenze scientifiche. Un’impresa non certo semplice in uno scenario nel quale aumentano a ritmi vertiginosi: secondo i dati riportati lo scorso anno dal Comitato Nazionale di Bioetica sono almeno 100.000 le applicazioni della categoria “Health & Fitness” disponibili sul mercato, con una crescita costante negli anni. E a questa categoria appartengono tutte le applicazioni destinate a tenere sotto controllo lo stile di vita, dal movimento svolto alle calorie consumate. Il consiglio per chi vuole prendersi cura della propria salute resta quindi rivolgersi a uno specialista, ma di certo le app, se scelte con criterio e consapevolezza, possono aiutare a raggiungere i propri obiettivi. Non è un caso che anche gli esperti del Comitato bioetico riconoscano le grandi potenzialità di questi strumenti per migliorare la salute individuale e pubblica, per esempio attraverso “la promozione di uno stile salutare di vita e il miglioramento della consapevolezza, della partecipazione attiva e motivazione degli individui alla salute”.
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Fondazione Istituto Danone
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